Il diario di Klara Pölz, moglie di un ufficiale di dogana dell’Impero Austro-Ungarico, ci racconta una quotidianità fatta di lavori domestici, pranzi frugali, timore verso Dio e incomprensioni con il temuto abate Müller. Una quotidianità dove il sole scalda poco, con una luce fredda che accentua ancora di più l’ombra che mano a mano si crea attorno a questa storia. Una storia che parla della gravidanza che Klara porta con sé. Una gravidanza voluta e temuta, poiché il timore di perderla è elevato. Una gravidanza che terminerà con la nascita di un fanciullo che, per un gioco del destino, non avrebbe dovuto portare il cognome con cui la Storia lo ricorderà. Il bambino è figlio di Klara e Aloys Schicklgruber ma quest'ultimo, per uno scherzo della vita, alla nascita del piccolo Adolf aveva da poco cambiato il proprio cognome in Hitler.
Mentre leggiamo 1889 sentiamo che stiamo violando il privato di una persona; che stiamo toccando le pagine di qualcosa di proibito, oscuro, vietato ma che allo stesso tempo ci narra della vita stessa e di tutte le sue luci ed ombre. Non possiamo mai staccare gli occhi dalle pagine che corrono tra le nostre dita perché in esse troviamo una storia amaramente vera, una storia che ci fa pensare come i se e i ma del privato influenzano la Storia con la S maiuscola.
Un libro imperdibile.
1889
Da: Pier Alberto -
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