Un libro di straziante bellezza, di struggente malinconia e di altre suggestioni che in queste pagine non sono banali luoghi comuni ma vita vera, vissuta, fatta della stessa materia dell'amore: verso gli uomini e le donne, verso la patria abbandonata, verso la famiglia dolorosamente lontana.
E verso i libri, quasi sola ancora di salvezza e occasione di riscatto e testimonianza.
La Libia distante nel tempo di un regime odioso, e quella più vicina e ormai disillusa della primavera araba; e uno sguardo compassionevole e caldo che cerca di opporsi alla storia e a una memoria fallace.
Un romanzo per il quale non sarà azzardato recuperare una parola troppo spesso abusata come "capolavoro"!
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