Quest’ultima traduzione di uno scritto del prolifico e poliedrico autore franco-belga è un intimo resoconto del distacco dalla morte della madre; ci immergiamo in un lento e indulgente sgranare di ricordi ora mutati ora trascolorati e riemergiamo a osservar la costellazione familiare nelle sue orbite pulsanti. La narrazione intensamente personale ed episodica trova il centro gravitazionale nell’ Io dello scrittore, ma le forze sono fortemente sbilanciate e gli elementi del racconto vengono risucchiati dall’ impeto centripeto dell’Ego.
La foto virata in seppia della copertina ne è lampante esemplificazione: il profilo materno in primo-piano è letteralmente defraudato dallo sguardo adulto e sapiente del figliolo, che mira al fotografo e punta diretto al lettore voyeur.
Queste righe non leniranno il nostro dolore, se sollievo cerchiamo per una separazione, ci aiuteranno, però, a leggere le dinamiche sentimentali dell’elaborazione del lutto ad aggrapparci al senso della vita, forse la nostra.
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