Poche volte, nella mia vita di lettore, mi sono ritrovato a non voler lasciare le pagine di un libro finché non lo avessi finito.
Mi è capitato con "Limonov" e "V13" di Carrere, "Cuore di cane" di Bulgakov, "Alta Fedeltà" di Nick Horby.
"Hana" entra in questa stretta cerchia di libri. Libri che ti rapiscono dalla prima pagina e non ti lasciano più, libri che parola dopo parola cerchi conferme nelle tue supposizioni e quando queste si avverano esulti, seppure brevemente, perché "Hana" non è un libro leggero, anzi è il libro più triste che abbia mai letto ma, senza dubbio, uno dei più belli che mi sia capitato tra le mani.
HANA
Da: Pier Alberto -
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