La protagonista di questo romanzo, Ana Mladic, figlia del generale Serbo Croato Ratko Mladic, è una studentessa di medicina brillante e allegra, amata dagli amici e venerata dal padre, per cui lei stessa nutre una profonda devozione.
Dopo un viaggio di studi a Mosca, Ana rientra a casa cambiata: è triste, silenziosa, non è più lei. Una mattina di fine primavera del 1994, senza lasciare alcuna spiegazione, prende la pistola del padre, quella da lui più amata, e si uccide. Perché?
Perché Ratko Mladic, l’uomo che per lei è un genitore affettuoso e un eroe della patria, è in realtà uno dei più feroci criminali di guerra, responsabile di violenti atrocità compiute sul fronte balcanico.
Questo libro è il racconto in terza persona dell’ultimo mese di vita di Ana, della sua perdita di innocenza, della tragedia e dello sprofondare nel male di una guerra che ancora, a distanza di anni, non riusciamo a capacitarci sia successa accanto a noi.
Un romanzo potente, unico, intriso di passione civile, che ci consegna una storia privata dentro alla nostra collettiva, e ci prega di non dimenticarla.
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