Una volta ancora inanelliamo un novello 8 marzo! Di lettrici avide e assorte Daria Bignardi è compagna amichevole e generosa, una giovane donna matura che ora indossa disinvoltamente il peplo da vestale di cultura popolare e ora si vela di melancolia intellettuale. Con piacere e pudicizia sfogliamo il florilegio composto dalla scrittrice ferrarese, un bouquet giustapposto di letture e occasioni di vita e ne avvertiamo l’euforia dell’elencazione e il brivido del ciglio insicuro.
L’opera d’artificio è di sua natura consolatoria, ma il dilemma indecidibile se ciò ci ammetta a un circolo virtuoso o vizioso ci farà sostare in vitale attesa sui binari in risonanza colla locomotiva in arrivo.
Senza retorica e senza motteggio la Bignardi condivide letture note al nostro affanno formativo e appunta penne a noi distratti sfuggite, Sologub in primis, benignamente riproposto alle stampe in questi giorni.
Auguri Daria e grazie d’imprimere moto lieve e costante all’altalena su cui stiamo dondolando, come una sorella comprensiva che frenerà l’impeto del diavolo.
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