Sono ancora qui

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Sono ancora qui

"La memoria non è la capacità di organizzare e classificare ricordi in archivi. Non esiste alcun archivio. L'accumularsi del passato sul passato prosegue fino alla nostra morte, ricordo su ricordo, attraverso momenti confusi, distorti, bloccati, ricorrenti o nascosti, o repressi, o blindati per istinto di sopravvivenza."

 

La sera 20 gennaio 1971 il padre di Marcelo Rubens Paiva, autore e voce narrante del libro, viene prelevato dalle forze di polizia nazionali brasiliane e non fa più ritorno. Di lui non si hanno più notizie. È questo l'evento da cui ha origine "Sono ancora qui", un bellissimo romanzo che parla della memoria amputata di una famiglia e insieme di un intero paese, il Brasile, segnato dal 1964 al 1985 da una dittatura militare che ha impedito il diritto al ricordo.

 

Eppure, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, protagonista del romanzo non è la figura del padre ma quella della madre. Una madre ormai vecchia, che incomincia a dare segni dei primi cedimenti di memoria, lei che per tutta la vita ha lottato per ripristinarla. Il romanzo rappresenta quindi una sorta di passaggio del testimone dalla madre al figlio, un invito a ribadire l'importanza della memoria. 

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