Volevo Essere Madame Bovary

Abitare un’altra lingua, adottare un’altra patria, questo è il destino di Hera, la protagonista dell’ultimo romanzo di Anilda Ibrahimi, un altro prezioso tassello a ricomporre la recente storia d’Albania attraverso le vicende dei singoli. Seguiamo partecipi le scene da un adulterio che potrebbe essere ordinario nell’espressione sensuale della vitalità, ma che ci riconduce, invece, al tema inesauribile dell’appartenenza: la familiarità percepita nella carne di uno sconosciuto patisce il contrappunto nella sottile estraneità della propria Terra e il discorso amoroso dimentica la lingua materna per intessersi di sonorità aliene. L’autrice dosa il tono intimista mescolandovi accenti più sociali con note storiche e, facilmente, percepiremo l’organicità della sua opera e l’analogia fra vicende autobiografiche e intreccio narrativo: una generosità e una maestria che ci conquistano alla lettura senza indugi, prestando un’attenzione riconoscente a chi regala nuovo respiro e ricamo alla lingua italiana.