Soffici e alcuni artisti del '900. Figura per figura

Riferimento: 9788892802735

Editore: EDIFIR
Autore: Cavallo L. (cur.)
Collana: Arte moderna e contemporanea
In commercio dal: 03 Dicembre 2024
Pagine: 120 p., Libro in brossura
EAN: 9788892802735
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Descrizione

Abbiamo riunito in questa esposizione una serie di lavori di Ardengo Soffici che riguardano la figura. Figura come approccio all'ideale di continuità fra l'antico e il contemporaneo, attingendo quindi suggerimenti e stimoli dalla tradizione che, come sappiamo, ebbe nella figura umana il cardine narrativo ed espressivo in cui si manifestavano, nelle varie epoche, i tratti della civiltà. La figura era, in sintesi, un tema fisso per un vasto ventaglio di libertà formali: il corpo soprattutto femminile, ma anche maschile, era rappresentazione di un teatro civile nel quale convergevano idee filosofiche, estetiche, e anche politiche, nel senso che la società culturale procedeva per adattamenti e approfondimenti di quell'umanità che si manifestava nella figura, e questa rispecchiava gli ideali e le metamorfosi delle diverse epoche. Soffici considerava che un artista incapace di realizzare compiutamente una figura non potesse raggiungere la piena considerazione nella storia dell'arte. Anche per questo, e forse per altri più intimi suggerimenti letterari, si cimentò in quel complesso di disegni e pitture che avevano la figura umana per soggetto. Non si può negare che questo non fosse il versante a lui più attinente e fecondo; l'organizzazione dell'anatomia, l'espressione della sua poetica attraverso l'apparizione delle figure comportava per lui una sorta di competizione volontaristica; e in questo percorso si potevano perdere certe sue spiccate qualità che, a esempio nel paesaggio, sorgevano più fluenti e naturali. Ma è proprio su tale versante parziale e difficoltoso che in questa occasione abbiamo cercato di chiarire quale fosse il linguaggio di Soffici: parlare all'uomo rispecchiando il suo essere solitario e profondo, individuare nella figura le qualità rustiche, se vogliamo primitive, dell'arte che non si esibisce, ma raccoglie dalle esperienze del vero, magari nello stretto giro della famiglia, quel tanto di profondità, di realtà, se non di realismo, in cui non è la bella formazione, la materia splendente che contano, ma la partecipazione al semplice corso dell'esistenza. E ciò appare specie negli affreschi con il colore calcinato, nei cartoni dal tratto che pare provenga da una depurazione secolare. Soffici qui è messo a riscontro di grandi autori del '900 in una sorta di distante equivalenza in cui i contrafforti creativi vengono posti in parallelo, quasi un racconto a più voci nel quale i motivi di Soffici trovano spesso rintocchi nelle voci dei contemporanei italiani. Ed è un ritmo di interpretazioni che sconfina certo dai percorsi nazionali per aprirsi alle partiture europee. (Luigi Carena)