Tempo e la fine. Figure della caducità e dell'eternità nella poesia classica e moderna (Il)

Riferimento: 9791254862926

Editore: Pacini Editore
Autore: Gherardi F. (cur.)
Collana: Studi di letterature moderne e comparate
In commercio dal: 17 Novembre 2023
Pagine: 256 p., Libro in brossura
EAN: 9791254862926
26,00 €
Quantità
Disp. in 3/4 gg lavorativi

Descrizione

«Al pari di tutte le grandi configurazioni tematiche - quelle che segnano le longues durées della creazione letteraria, poiché si nutrono di emozioni, nozioni e pulsioni profondamente umane - anche il Tempo conta su modalità di rappresentazione e addentellati tematici costanti, così come su variazioni determinate dalle diverse latitudini geografiche e contingenze storiche. Da quando, difatti, l'umanità ha cominciato a plasmare in letteratura, grazie alle iniziative di Esiodo o anche di Omero, le immagini con le quali l'oralità narrava la consapevolezza della propria natura caduca e transeunte, è stato chiaro quanto illusorio fosse per l'uomo aspirare a realizzare il doppio proposito di definire il Tempo e di esercitarne il controllo, con il sogno di eludere la Fine, propria o universale. A non altro rinviano, di fatto, le concrezioni del ????o? emergenti dalla teogonia ellenistica in fusione con il Saturno del folklore romano: il dio divoratore esiodeo, di matrice cosmica (cristallizzato nella memoria collettiva dalla perturbante rappresentazione goyesca), passa a regolare le stagioni della produzione agricola romana e, nel farlo, unisce microcosmo e macrocosmo, ponendosi a garanzia di rinnovamento ciclico, post mortem, di tutto. Proprio la doppia tensione che da quella coscienza deriva - di acquisizione e di perdita al contempo - struttura la relazione psichica che l'io intrattiene con il Tempo, poiché - lo chiarisce mirabilmente Freud nel suo breve ma illuminante saggio sulla Caducità - essa si alimenta dell'impossibilità di prolungare il piacere oltre il momento della sua insorgenza, del suo presente, in ragione della capacità della psiche di presentirne la fine...» (Flavia Gherardi)