In questo primo scorcio settembrino del 2022 si vanno celebrando, con rinnovati crismi a cui il rito obbliga, le giornate della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; a questa splendida e longeva creatura Gian Luigi Brunetta intitola la sua recente opera da storico del cinema festeggiandone i novant’anni di vita.
Avevamo già compreso, grazie al suo imprescindibile saggio “Cent’anni di Cinema Italiano”, quanto rivelatore fosse il racconto per immagini delle vicissitudini patrie: nonostante la sua programmatica volontà illusoria, ne rappresenta memoria storica. Ora l’infaticabile vivacità intellettuale del professor Brunetta ci dimostra che un premio non esiste in sé e per sé, ma in quanto sublime espressione dello spirito politico e sociale dei tempi e illustra doviziosamente la sua tesi narrando Il Festival di Venezia, kermesse per antonomasia, in un gioco di specchi degno di Orson Welles.
Si torni al cinema, si taccia e si spengano le luci: Buio in Sala!
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