Girotondo, l'eterno ritorno.
Petros Markaris è un giallista saldo e affidabile così come il suo nome suggerisce e non dobbiamo ripararci all’ombra di un parasole da spiaggia vacanziera: è sempre tempo d’immergersi nelle trame poliziesche dell’investigatore Kostas Charitos, alter ego dell’autore e oramai amico decennale di lettori affezionati.
Il noto detective letterario si è fatto anziano come il suo creatore, ma non demorde e affina le sue doti strategiche organizzando un pool d’inquirenti degni eredi, fra cui, va da sé, Antigone che vediamo crescere e maturare sotto la guida paterna e professionale di Kostas.
Ritroveremo l’intera famiglia Markaris, sempre più ampia e composita: genero e nipote, la figlia avvocato in carriera e la paziente moglie Adriana, compagni di lotta giovanile e i migranti che animano la nuova società metropolitana greca.
Ritorneremo sui nostri passi a sfogliare le pagine dei primi gialli e rileggeremo “Si è suicidato il Che” o ripercorreremo i luoghi di “Atene nel Metrò” per scoprire che il cerchio va chiudendosi e l’idealismo cede il passo a una contemporaneità post-crisi economica in cui le vittime si tramutano in carnefici e la legge morale resta prigioniera nel cuore.
Lunga vita, dunque, al nostro grande narratore, sceneggiatore, traduttore, grande vecchio della scrittura e compagno desiderabile di lettura.
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