Principio di legalità, azione penale e trasformazione della stato di diritto

Riferimento: 9788828803379

Editore: Giuffrè
Autore: Giuliana Costanzo
In commercio dal: 2018
Pagine: 336 p., Libro
EAN: 9788828803379
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Descrizione

Le grandi trasformazioni sociali, politiche e culturali che, nel corso del XX secolo, hanno attraversato l'Europa occidentale hanno svelato, anche nel settore penale, l'insufficienza delle forme e dei principi giuridici proposti dal modello di Stato di diritto ottocentesco. Così alla ridefinizione del principio di stretta legalità formale e alla trasformazione qualitativa e quantitativa della legge, pare corrispondere una progressiva espansione del potere giudiziario, chiamato a intervenire nei numerosi casi in cui i profili normativi non possono considerarsi univoci, in cui è necessario comparare interessi, sociali e individuali, in conflitto. In tale mutato contesto di riferimento, il mantenimento, in Italia, del principio costituzionale di obbligatorietà dell'azione penale, oltre a rappresentare un caso isolato nel contesto europeo, sembra essere frutto di una contraddizione su cui pare opportuno riflettere. Con il presente volume ci si propone, dunque, di evidenziare il carattere distonico, oltre che disfunzionale, rivestito dal principio di cui all'art. 112 Cost. chiedendosi se il suo mantenimento sia ancora un'opzione concretamente praticata (e praticabile). A supporto di tale quesito sopraggiungono sia gli studi che da anni si occupano dei fenomeni di discrezionalità occulta celati dietro le scelte delle procure italiane, sia le sollecitazioni cui, da ultimo, il nostro sistema penale è esposto. Il riferimento è alle evoluzioni ermeneutiche in tema di lesività, alle soluzioni legislative riguardanti la minima offensività, ai provvedimenti di depenalizzazione, di indulto e amnistia, nonché alle timide aperture che anche l'ordinamento italiano mostra verso forme di mediazione della litigiosità giudiziaria. Tali alternative, che paiono già atipiche rispetto al modello di stretta legalità formale, possono probabilmente essere lette quale espressione di un'esigenza di flessibilizzazione del sistema penale che potrebbe ipoteticamente essere più efficacemente (e più democraticamente) ripensata attraverso il meccanismo processuale della discrezionalità dell'azione penale. Si tratta, tuttavia, di comprendere anche quali diversi equilibri, istituzionali e politici, una simile scelta possa comportare.