Oikosophia. Dall'intelligenza del cuore all'ecofilosofia

Riferimento: 9788857550879

Editore: Mimesis
Collana: Quaderni di studi indo-mediterranei
In commercio dal: 15 Novembre 2018
Pagine: 419 p., Libro in brossura
EAN: 9788857550879
28,00 €
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Descrizione

Perché Oikosophia e cosa significa questa parola insieme nuova e arcaica? Sophia, in greco, è la Sapienza, cioè una conoscenza, o intelligenza, che un tempo veniva detta anche del cuore: innato modo di essere relazionale, all'unisono con il resto del mondo vivente, anziché attività analitica di un sapere che, discriminando, reifica. Oikos, in greco, è la casa comune, ed è questa parola che ha dato origine al prefisso eco- così in eco-logia come in eco-nomia. Questa raccolta di saggi intende dire che per poter (ri)trovare un rapporto autentico con la nostra casa comune non basta preoccuparsi dell'ambiente: occorre innanzitutto (ri)trovare lo sguardo e la presenza interiori che a quella casa comune ci fanno sentire, e sapere, di appartenere in modo irrinunciabile. La sapienza necessaria a raggiungere questo inter-essere - che è il nostro solo e universale, unico e vero interesse - ci interpella con urgenza oggi, ma non è di oggi: dall'antico Egitto alla sapienza ermetica, pitagorica, presocratica, misterica, neoplatonica, le tracce e il ricordo di questa gnosi si rinvengono come un sottile filo rosso lungo tutto il percorso della storia indo-mediterranea. Nella prima metà del Novecento divennero effettive forze di cambiamento epistemologico coloro (tra i quali G. R. S. Mead, C. G. Jung, R. A. Schwaller de Lubicz, H. Corbin) che videro, e preannunciarono, come non vi sia futuro per l'umanità o per la casa comune senza un ritorno dell'intelligenza del cuore. Oggi le tradizioni indigene intessono nel discorso ecologico questo stesso messaggio ancestrale, con il medesimo intento di dare all'ambientalismo il suo necessario fondamento sapienziale; pertanto, anche la loro voce è stata inclusa in queste pagine. Nelle parole di uno dei più eminenti contributori al volume, David Abram: Siamo pienamente umani solo in contatto, e convivialità, con il non-umano, cioè con il mondo vivente più-che-umano, che oggi più che mai, come noi, da noi dipende per la sua stessa sopravvivenza.